Le ricerche idriche sono eseguite con metodologie differenti di indagine in funzione dell'assetto geologico e idrogeologico locale e della tipologia di acquifero ricercato, freatico o profondo in pressione.
Sismica a riflessione sulla verticale
Il metodo si basa sulla tecnica della sismica a riflessione, eseguita sulla verticale tramite un sismografo multicanale. Permette di definire le zone maggiormente fratturate, le discontinuità e/o i passaggi litologici e, previa taratura attraverso un pozzo esistente con stratigrafia nota, le relative profondità. La presenza di tali strutture geologiche costituiscono elementi fondamentali per la possibilità di ritrovamento di un acquifero sotterraneo. In funzione della sorgente di energizzazione e della tipologia di geofoni utilizzati si arriva agevolmente a 200 m di profondità di indagine.
Rispetto ai classici sondaggi elettrici verticale (S.E.V., v sotto) presenta i seguenti vantaggi:
• non presenta limitazioni legate all'estensione delle indagini: è sufficiente uno spazio di circa 2 mq per poter installare la strumentazione ed acquisire i dati (si ricorda che per i SEV la profondità di indagine è pari a circa 1/4 - 1/5 la distanza degli elettrodi AB (per indagare sino a 100 m di profondità è necessario avere uno spazio disponibile di circa 500 m in superficie);
• non è necessario operare in condizioni litologiche di stratificazione piano parallela;
• maggiore capacità risolutiva;
• non esiste il problema dell'”equivalenza” degli strati;
• tempistica e manodopera notevolmente inferiore;
•affidabilità dei risultati
•costi ridotti.
Geoelettrica con tecnica della Tomografia Elettrica e dei SEV (Sondaggi Elettrici Verticali)
La Tomografia Elettrica permette di indagare sino a circa 70 m di profondità e, a differenza dei SEV consente di lavorare in maniera ottima anche su litologie litoidi fratturate quali ad esempio i graniti.
I SEV sono indicati per le ricerche nei terreni di natura alluvionale e consentono di ottenere informazioni sino a 200 m di profondità.