Spritz beton

Appartiene alla famiglia dei calcestruzzi speciali è noto anche con il termine tedesco di “spritz beton” o inglese di “shotcrete” e può essere definito come conglomerato cementizio indirizzato ad alta velocità su una superficie. A differenza dei tradizionali calcestruzzi posati in opera gettando entro casseri e successivamente sottoposti a vibrazione per l’espulsione dell’aria in eccesso finalizzata ad incrementare la resistenza meccanica del calcestruzzo, per il calcestruzzo proiettato la posa in opera e la compattazione avvengono con una sola operazione.
La compattazione per questi conglomerati, infatti, si realizza sfruttando la velocità dell’impatto del conglomerato contro le pareti del substrato costituito dal terreno, dalla roccia oppure dalla struttura in calcestruzzo da riparare. Indipendentemente dalla struttura cui il calcestruzzo è destinato al fine di evitare che il conglomerato venga dilavato dall’acqua presente sulle pareti dello scavo e con l’obiettivo di ridurre la quantità di materiale che per effetto dello spruzzaggio rimbalza (“sfrido”) questi conglomerati debbono possedere una presa istantanea (“flash set”) che viene ottenuta ricorrendo all’aggiunta nell’impasto di additivi acceleranti di presa. Tali additivi diventano indispensabili quando si deve proiettare il calcestruzzo su superfici bagnate da infiltrazioni di acqua o quando si deve realizzare un rapido rivestimento in galleria per la presenza di strati di roccia incoerenti, con imminente pericolo di distacco o quando è necessario il rapido sviluppo della resistenza meccanica per ragioni esecutive o quando si debba aumentare la produttività riducendo i tempi di attesa per l’indurimento di uno strato inferiore prima dell’applicazione di quello successivo.
L’importanza degli acceleranti aumenta quando si devono impiegare cementi più lenti (per la presa e l’indurimento) ma più prestazionali in servizio dal punto di vista della durabilità come i cementi CEM III, CEM IV, CEM V .
La posa in opera del calcestruzzo proiettato può avvenire con due procedimenti distinti:
1: per “via secca” i soli ingredienti in polvere (cemento, aggregati, aggiunte minerali) vengono trasportate in una tubazione nella quale solo in corrispondenza dell’apparecchio di spruzzaggio (“la lancia”) viene aggiunta l’acqua e gli additivi acceleranti, noto con il termine di “gunite” e le prime applicazioni risalgono al 1910;
2: per “via umida”, invece, ad essere trasportato nella tubazione è il calcestruzzo e l’aggiunta dell’additivo liquido accelerante avviene sempre nella lancia attraverso un condotto separato dalla pompa principale che trasporta il conglomerato fluido, noto con il termine di “shotcrete” e le prime applicazioni risalgono agli anni 60.
In entrambi i sistemi, la proiezione del calcestruzzo contro le pareti dello scavo viene ottenuta immettendo aria compressa nella parte terminale della tubazione.
Il calcestruzzo proiettato viene impiegato prevalentemente nelle costruzioni sotterranee per la protezione, nell’avanzamento dello scavo in roccia, dall’eventuale caduta di materiale lapideo o anche per bloccare le venute di acqua dalle pareti dello scavo. Inoltre, viene utilizzato anche per la protezione degli scavi di fondazione, per il consolidamento di pendii e scarpate, nonché per l’esecuzione dei lavori di ripristino delle costruzioni in calcestruzzo degradate anche in pietra e/o mattoni; consente illimitate possibilità di forma per strutture con configurazioni geometriche complesse e può essere applicato laddove il getto tradizionale presenta difficoltà esecutive tipo su soffitto e su pareti dietro tubazioni o altri ostacoli meccanici. Naturalmente come tutti i materiali e/o le tecniche realizzative oltre ai pregi esistono alcuni inconvenienti, e cioè: l’eterogeneità del materiale in opera, la scarsa aderenza al substrato, la delaminazione tra i vari strati, l’incompleto riempimento dietro le armature metalliche ed il rimbalzo degli inerti e sfrido. Il rimbalzo degli aggregati, oltre a comportare una variazione della composizione del calcestruzzo proiettato rispetto a quello che alimenta l’ugello (arricchimento in cemento con maggior ritiro e rischio di fessurazione del calcestruzzo in opera), provoca una perdita di materiale (“sfrido”), non più utilizzabile per la realizzazione della struttura con conseguente incremento dei costi di realizzazione dell’opera.

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